
  
La preveggenza del dott. Spinella
  A che ora è arrivata in Via Fani l'Alfasud beige del dott. Spinella?   
  Esistono veramente i testimoni che dicono di aver visto l'auto pochi momenti dopo l'agguato brigatista e cosa dice l'autista del capo della Digos?
 L'ennesimo, fasullo, fantasma di Via Fani.           
      
             
        
                  
                  
                  
                  Un  fantasma malandato
                    Tra le ultime apparizioni dei fantasmi che aleggiano  sull’azione delle b.r in via Fani, c’è quello della “preveggenza” del capo  della Digos di Roma Domenico Spinella. 
                    Secondo la vulgata dietrologica Spinella sapeva  dell’azione brigatista ancor prima che questa avvenisse tanto da partire dalla  Questura centrale, “direzione Trionfale”, ben prima delle 9, ora dell’attacco  brigatista. 
              Vediamo di cosa si tratta:
                  
                    Un’Alfa sud sfreccia per le vie di Roma. Sta  raggiungendo a tutta velocità via Fani. Alla guida Emidio Biancone, al suo  fianco il capo della Digos, Domenico Spinella, che gli ordina di dare gas. Ha  fretta, molta fretta. Mancano 20 minuti alle 9, al rapimento dell’onorevole  Aldo Moro e alla strage della scorta. Eppure il capo della polizia politica sta  già correndo su quella che sarà la scena dell’eccidio. Come è possibile? Claudio  Geymonat, Omicidio Moro, 38 anni fa e molte cose ancora non tornano, Antimafia.com,  16/05/2016
                  
                  Come è classico nella  prassi dietrologica si parla di fatti accaduti a persone ormai scomparse che  quindi non possono portare il loro contributo. Domenico Spinella è infatti  deceduto da alcuni anni.
                   Ci si affida poi a  testimonianze più o meno fasulle e ricordi sbiaditi dal passare del tempo. Ci  si limita, infine, ad enfatizzare presunte incongruenze senza nessuna ipotesi  sul motivo ed il senso di quanto si sostiene accaduto.
                    Concentrare l’attenzione  su un fantasma così malandato potrebbe sembrare addirittura una perdita di  tempo. Se analizziamo, invece, in particolare la vicenda del dottor Spinella è  perché ci sembra una storia esemplare di come si costruisce un fantasma oltre  ad essere un chiaro esempio sul comportamento della seconda commissione Moro. 
              L'Alfasud del commissario morto
                   La vicenda prende spunto  da una citazione presente nel libro di Carlo D’Adamo “Chi ha ucciso l’agente  Iozzino.”
                                      D’Adamo scrive:
                  
                                        (…) quell’Alfasud targata Roma S88162 collega direttamente la scena del  crimine con le stanze del potere oscuro, in cui Cossiga e i suoi amici avevano  accentrato tutta la gestione del caso, e per questo viene cancellata subito  dalle indagini. In nessuno dei verbali mostrati alle Commissioni parlamentari  c’è traccia dell’intervento di questa auto civetta del Ministero degli  Interni, che non esiste ma c’è. Carlo D’ Adamo, Chi ha ammazzato l’agente Iozzino: Lo stato in Via Fani,  (Bologna, Pendragon, 2014), pag. 63
                  
                                      La nuova commissione di  inchiesta parlamentare sul caso Moro, alla ricerca spasmodica di” verità  alternative”, considera musica per le proprie orecchie le molte affermazioni di  D’Adamo sul coinvolgimento dello Stato in Via Fani, ed affida alla polizia indagini  in merito 
                   Gli accertamenti  dimostrano che i rilievi fatti da D’Adamo sono quasi sempre privi di qualsiasi  fondamento. Per un’analisi più approfondita vedi Gladiatori e Repubblichini.
                    Anche nel caso  dell’Alfasud ci vuole poco alle forze dell’ordine per appurare che la  fantomatica auto civetta non è altro che:
                  
                     un'autovettura della polizia con colori civili, in  dotazione all'epoca dei fatti alla DIGOS della questura di Roma. CPM2, seduta del 08/07/2015, Pag.13
                  
                  Alla Commissione non basta il rapporto della polizia che chiarisce l'identità dell'Alfasud, come non basta il verbale redatto dallo stesso Spinella in una relazione del 22 Febbraio 1979, relativa a notizi apparse sulla stampa relative ad un colloquio tra il Capo della Polizia Parlato e Aldo Moro in cui in quest'ultimo avrebbe palesato dei timori sulla propria vita, in cui il capo della Digos afferma: 
                    "com’è noto alla S.V., la mattina del 16, mentre ero nel Suo Ufficio [del Questore De Francesco] apprendemmo la notizia dell’agguato di via Fani, per cui ci recammo  immediatamente sul posto e non ebbi, quindi, la possibilità di provvedere al  servizi""
La testimonianza di Emidio Biancone
                  La commissione decide di continuare le indagini sull'Alfasud. Il funzionario incaricato  delle indagini, Dottor Giannini, riesce a contattare anche l ’autista  che guidava la macchina il 16 marzo. Si tratta di Emidio Biancone un poliziotto  in pensione dal 2000.
                   Interrogato una prima volta il 24 aprile 2015, Biancone  afferma:
                  
                     Il 16 marzo 1978 svolgevo funzioni di autista del dr. SPINELLA, all’epoca  Dirigente della Digos di Roma e per questa ragione l’ho accompagnato in via  Fani, una volta avuta notizia dell’eccidio, usando una autovettura Alfasud  colore giallo chiaro, assegnata alla Digos (...) La notizia della strage credo  sia stata comunicata al dr. SPINELLA dalla sala operativa della Questura.  Appresa la notizia, siamo partiti dalla Questura. (…) Quando siamo arrivati,  sul posto era presente solo una volante con colori di istituto, in sosta nei  pressi dell’incrocio tra via Fani e via Stresa Verbale del 24/04/2015
                  
                  Le dichiarazioni di  Biancone, non collimano con quanto apparso in alcune inchieste giornalistiche  (di cui parleremo in seguito) pertanto la Commissione chiede alla polizia di ascoltare  nuovamente il teste. 
                  Biancone viene quindi interrogato altre due volte e nel  terzo interrogatorio, l’11 novembre 2015, nella sua testimonianza c'è un  cambiamento:
                  
                     La nostra partenza dalla Questura è avvenuta  certamente dopo le 8.30.
                  
                  Da notare che la differenza rispetto alle precedenti deposizioni è minima in quanto Biancone non indica un orario di partenza ma si limita ad affermare che essa è avvenuta dopo le 8:30. 
                   Basta questa piccola differenza perchè i commissari decidano di  ascoltare direttamente Biancone e l’audizione è fissata  per il 6 aprile 2016.
                  L'anticipazione del Fatto Quotidiano
                   Ancor prima dell’audizione,  il 16 febbraio, sul Fatto Quotidiano a firma di Stefania Limiti, esce un  articolo sull’argomento.
                  
                     16  marzo 1978, ore 9.02. Il centralino della Questura di Roma dà l’allarme: “Agguato in via Fani,  rapito Moro, ammazzati gli  uomini della sua scorta”. Ma in quel momento il capo della Digos della capitale, Domenico Spinella, è già sull’Alfasud  targata S88162 che lo porta a tutta velocità nel luogo dell’agguato. E’ andata  davvero così? E chi lo avvisò? (…)  L’ipotesi assai consistente è che Spinella – nel frattempo deceduto – si sia  precipitato sul luogo della strage perché aveva appreso che stava per scattare  l’azione. Stefania Limiti Il fatto quotidiano on  line 17/02/2016.
                  
                                      L’articolo è probabilmente frutto di un colloquio della  Limiti con componenti della commissione. Del resto l’autrice cita espressamente  due membri:
                  
                    “Insisto perché questa storia sia  chiarita, chiedo l’audizione di Biancone, che venga a dire come andarono le  cose”, ha detto il senatore Federico Fornaro seguito dal collega Gero  Grassi: Ibid
                  
                                      Tra l’altro, come vedremo a breve, proprio Fornaro e  Grassi avranno un ruolo rilevante nell’audizione di Biancone.
                  Inoltre bisogna rilevare che all’epoca i verbali di  Biancone erano riservati e quindi non pubblicabili e le informazioni  dell’articolo devono necessariamente essere state fornite da esponenti della  commissione.
                   Quindi ancor prima di sentire Biancone, probabilmente,  alcuni commissari si stanno formando  un’idea precisa: l’Alfasud di Spinella e  Biancone è partita “direzione Trionfale” molto prima dell’agguato terrorista.
                  L'audizione di Biancone
                   E veniamo all’audizione di Biancone del 6 aprile.
                  
                     EMIDIO BIANCONE Arrivai in Questura alle 8.15-8.20,  più o meno. Di solito lasciavo il dottor Spinella fuori dalla Questura; lui si  recava al bar a prendere il caffè, io intanto entravo. Il dottor Spinella  entrava dopo le 8.25-8.30, il tempo di andare a prendere un caffè e poi veniva  in ufficio.
                      PRESIDENTE. Quella mattina, quando dice «dopo le  8.30», riesce a ricordare se fossero, ad esempio, le 8.35 o le 8.37?
                      EMIDIO BIANCONE. Di preciso non posso ricordarlo, ma  sicuramente dopo le 8.40-8.45, più o meno.
                      PRESIDENTE. Lo deduce dalle abitudini, non dal  ricordo suo.
                      EMIDIO  BIANCONE. Dalle abitudini, perché si arrivava in Questura alle 8-8.15, a  seconda del traffico che c'era. Poi Spinella andava a prendere il caffè e io  intanto entravo e parcheggiavo. CPM2, Audizione del 6/4/2016,  pag 8
                     
                    EMIDIO BIANCONE. ad un  certo punto, da una finestra della DIGOS che affacciava sul cortile, il collega  Enrico Correale – che era segretario di Spinella – mi chiamò a gran voce,  urlandomi di fare in fretta e prendere l'autovettura di servizio, poiché stava scendendo  il dirigente. Intuii subito che doveva essere successo qualche cosa di serio,  perché percepii grande concitazione (…) Ricordo che il dottor Spinella, appena  entrato in macchina, mi ha detto di dirigermi verso via Trionfale.CPM2, Audizione del 06/4//2015,  pag 5
                  
                   Biancone, non ricorda l’ora precisa della partenza  dell’Alfasud dalla Questura, (la cosa ci pare abbastanza normale, non è che in  momenti così concitati si guardi l’orologio) ha però sempre ribadito che  l’orario si possa collocare intorno alle 9.
                                      Malgrado gli sforzi del presidente e dei commissari, il teste, non fornisce un orario preciso e soprattutto non anticipa la partenza. L’atteggiamento  di Biancone sembra non piacere. A questo punto all'audizione viene impressa una svolta.
                  I testimoni che non esistono
                  
                     FEDERICO  FORNARO. Qui c’è un punto. Facciamo il percorso all’inverso: testimoni dicono  di aver visto arrivare la sua auto nell’immediatezza, pochi minuti dopo, se non  addirittura – dicono alcuni – con l’ultima auto dei brigatisti che va via.CPM2, Audizione del 06/4//2015,  pag 9
              
                                        Fornaro afferma con convinzione che esistono  testimoni che hanno visto arrivare l’Alfasud in via Fani nell’imminenza  dell’agguato. Il senatore però non fa nomi.
                   Ora davanti ad affermazioni di questo tipo chi vuole  fare una ricerca seria, basata su fatti e non su parole, è sicuramente in  difficoltà. Verificare se questi testimoni esistano davvero risulta complicato.  Pur ricontrollando le testimonianze agli atti, data la quantità di  documentazione esistente, si resta sempre con il dubbio che possa essere  sfuggito qualcosa.
                   Fortunatamente, Fornaro, questa volta, cita le sue  fonti. Non lo fa, però, durante l’audizione di Biancone, ma in un’audizione  precedente in cui si parla della “famosa” Alfasud.
                  
                     Fornaro:  In particolare, con riferimento all'Alfasud, come dicevo, D'Adamo non è il  primo che cita l'Alfasud. La citano anche Bianco e Castronuovo nel  libro Via Fani ore 9.02, anno di pubblicazione 2010, in cui c’è  un aspetto un po’ difforme anche dalle dichiarazioni. I testimoni che vengono  citati da Bianco e Castronuovo riportano, infatti, un arrivo dell’Alfasud, se  non proprio qualche istante dopo, qualche minuto dopo, prima dell’arrivo della  volante (…) Questa mi sembra una divergenza piuttosto significativa tra  l’escussione del teste e quello che rileverebbero i testimoni.CPM2,  Audizione del 10/6/2015, pag 27
                  
                                      Il teste le cui dichiarazioni differiscono da quelle dei testimoni di  Bianco e Castronuovo è  Laura Tinsona funzionario  di polizia che ha curato le indagini sull’Alfasud  e che poco prima aveva affermato:
                  
                    Dall'esame  delle testimonianze dell'epoca e di quelle rilasciate da Biancone si evince che  la prima auto della polizia ad arrivare sul posto è la volante del  commissariato Montemario, in servizio a via Bitossi, con a bordo le due guardie  Nunzio Sapuppo e Marco Di Bernardino. Appare quindi in contrasto il fatto che  l'Alfasud beige arrivi  in via Fani sulla scena del crimine pochi secondi dopo la strage, prima che le  chiamate telefoniche di cittadini si traducano in ordini operativi. CPM2, Audizione del 10/6/2015,  pag 14
                  
                                    Vediamo, allora, quali sono i nomi e cosa  dicono i testimoni nei libri citati  da  Fornaro
              
                
 
 I libri citati da Fornaro che parlano dell'Alfasud   
              
.Il libro “Via Fani ore 9.02” di Bianco e Castronuovo  ha un sottotitolo che lascia ben sperare, infatti recita: “34 testimoni oculari  raccontano l’agguato ad Aldo Moro”. Nel testo sono riepilogati, con tanto di  nomi ed ora, i racconti dei testimoni oculari di via Fani. All’Alfasud gli  autori dedicano un intero capitolo. Ebbene in tutto lo scritto l’unico  rifermento ai testimoni che hanno visto la macchina è il seguente:              
                (…)  sono in tre forse quattro a uscire dall’Alfasud e qualcuno tra i testimoni  oculari ha addirittura affermato di aver visto uno di loro brandire una paletta  di quelle che le forze dell’ordine usano. Romano Bianco, Manlio Castronuovo, Via Fani ore 9.02 (Roma, Nutrimenti, 2010)
                  
                                      Come si vede non c’è traccia di nomi, anzi, molto correttamente, ad  evidenziare la differenza,  con le pagine che riepilogano le testimonianze  ufficiali, la parte dedicata all’Alfasud è scritta con un carattere diverso,  corsivo, ad indicare che è uno scritto autonomo degli autori e non basato su  atti ufficiali. 
                   Per completezza vediamo anche all’altro libro citato  da Fornaro: "Chi ha ucciso l’agente Iozzino" di Carlo D’Adamo. Anche qui l’unico  riferimento ai testimoni è:
                  
                    Secondo alcuni  testimoni dall’Alfasud scenderebbero agenti in borghese D’Adamo, Chi ha ammazzato  l’agente…., cit, pag. 60
                  
                                      Quindi altro che testimoni, qui siamo davanti  soltanto alle chiacchiere e supposizioni di chi ricostruisce a modo suo i fatti partendo dalla  solita logica dietrologica!
                   Ed è stupefacente come un membro di una  commissione parlamentare che dovrebbe accertare la verità preferisca il nulla  ai risultati della indagini svolte dalle forze dell’ordine.
              «Biancone... ci ripensi»
                   Dopo questa lunga, ma necessaria digressione,  torniamo all’audizione di Biancone, ripartendo dall’asserzione di Fornaro che a  questo punto possiamo definire priva di qualsiasi fondamento.
                  
                     FEDERICO  FORNARO. Qui c’è un punto. Facciamo il percorso all'inverso: testimoni dicono  di aver visto arrivare la sua auto nell'immediatezza, pochi minuti dopo, se non  addirittura – dicono alcuni – con l'ultima auto dei brigatisti che va via.  Diciamo che questo può non essere possibile, ma stiamo parlando al più tardi di  un orario compreso tra le 9.10 e le 9.15. Per arrivare alle 9.10 in via Fani,  facendo il giro che ha fatto lei, deve essere sicuramente partito prima delle 9.  Su questo siamo d'accordo?
                      EMIDIO  BIANCONE. Sì, senz'altro.
                      FEDERICO  FORNARO. Diciamo che, quindi, è possibile ipotizzare una sua partenza tra le  8.30 e le 8.45.
                      EMIDIO  BIANCONE. Sì,… può darsi.
                      FEDERICO  FORNARO. Sicuramente – e questo mi sembra un dato acclarato...
                      EMIDIO  BIANCONE. Sicuramente,,,? [il teste viene interrotto da Fornaro]
                      FEDERICO  FORNARO. Mi perdoni, perché a questo punto siamo a cercare di ricostruire  un puzzle mettendo  insieme anche altri elementi, oltre alla sua memoria. Lei ci aiuti, però,  altrimenti andiamo tutti in difficoltà.                      Mi pare, a questo punto, che possiamo dire che il dottor Spinella parte dalla  Questura sicuramente prima delle 9.03. Questo ce lo può confermare?
                      EMIDIO  BIANCONE. Sicuramente sì. Intorno alle 9. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 9
                  
                                      Quindi Fornaro, partendo da una affermazione non vera, arriva a stabilire  la partenza «tra le 8.30 e le 8.45».  Biancone che non ricorda l’orario di partenza è molto meno sicuro del  senatore.  «Sì,… può darsi». Fornaro, però, non accetta dubbi «Sicuramente – e questo mi sembra un dato  acclarato...» 
                  Incredibile! Acclarato da cosa? Dai pettegolezzi di un libro uscito 10  anni prima e che non ha mai avuto nessun riscontro?
                                      Anche Biancone rimane sconcertato e non può fare a meno di esclamare un  interrogativo «Sicuramente ?...» Ma  Fornaro è intransigente, interrompe il teste,  «…possiamo dire che il dottor  Spinella parte dalla Questura sicuramente prima delle 9.03. Questo ce lo può  confermare?» la risposta di Biancone è in qualche modo comica, messo alle  strette concede… tre minuti «Sicuramente  sì. Intorno alle 9.»
                   
                  
                
 
 L'Alfasud gialla del capo della Digos Spinella parcheggiata in via Fani  
                  
              
                    Ma Gero Grassi, che abbiamo visto insieme a Fornaro, probabile ispiratore  dell’articolo della Limiti, sembra non ascoltare il teste e fornisce  addirittura l’orario preciso sia dell'arrivo che della partenza dell’Alfasud.
                  
                     GERO GRASSI.  Poiché abbiamo degli arrivi successivi al suo datati, come orario, in base a  questo, il suo arrivo dovrebbe essere alle 9.07-9.08..(…)  Quindi, alle 8.36-8.37 lei sarà partito. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 15.
                  
                  Emidio  Biancone, come abbiamo visto, non ricorda l’orario esatto della partenza,  alcune cose, però, sono ben impresse nella sua memoria, come per esempio il  fatto di aver sentito la centrale operativa dare disposizioni sull’azione di  via Fani poco dopo essere partito dalla Questura. Particolare ribadito in tutti  gli interrogatori.
                  
                     FABIO  LAVAGNO. Lei ci dice con una discreta certezza che la notizia attraverso la  radio dell'eccidio di via Fani, o comunque di via Fani in generale, l'ha avuta  all'altezza della sede dei Vigili del fuoco o comunque prima del traforo. Posso  chiederle, visto che mi rendo conto che è difficile da ricordare dopo tanti  anni e molte lacune ci sono nella sua memoria, come fa a essere così certo che  fosse prima del traforo? Non è plausibile che potesse essere avvenuto dopo, a  piazza Venezia, o in un altro punto?
                      EMIDIO  BIANCONE. Io l'ho detto nel senso che, si esce dalla Questura e poi c’è pure  «via Fani» durante il tragitto; poteva essere prima o dopo.
                      FABIO  LAVAGNO. No, cambia abbastanza sapere se è certo che fosse proprio all'inizio,
                      EMIDIO BIANCONE. Era all'inizio del percorso. Diciamo  che era all'inizio del percorso. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 22.
                  
                                      Ora affermare che la comunicazione della centrale  arrivino solo pochi minuti dopo l’uscita dalla Questura è un riferimento  temporale ben preciso che colloca la partenza dell’auto intorno alle ore 9 e  smonta la verità alternativa dell’arrivo anticipato in via Fani dell’Alfasud. 
                   All’onorevole Grassi non rimane che tentare di far  cambiare idea al teste
                  
                    GERO GRASSI. Signor Biancone, mi ascolti. Capisco che  la memoria può essere... Dopo tanti anni è umano. Lei, però, capisca me: o  sbaglia la partenza, o sbaglia l'arrivo (…)   Il problema è che uno dei due dati, suoi, di Emidio Biancone, è  sbagliato. La conseguenza è che, se uno di quei dati è sbagliato, e lei sa come  me che è sbagliato – se è partito alle 8.30 non ci troviamo con i Vigili del  fuoco e non ci troviamo con l'arrivo alle 9.10 – tutto quello che è avvenuto  tra la presunta partenza delle 8.30 e il presunto arrivo delle 9.07-9.08 salta  nella storia. Salta (…) la sua  credibilità, perché lei non può  sostenere tutto e il contrario di tutto. Uno dei due dati lo deve correggere. Per carità, uno si può sbagliare, lo capisco. Lei, però, ha la possibilità di  rivedere il film e di correggere uno dei due dati, perché i due non reggono. CPM2,  Audizione del 6/4/2016, pag 16. (La sottolineatura è nostra)
                  
                                      Chiaramente Grassi  non è minimamente sfiorato dall’idea che l’errore sia nella sua ricostruzione  dei fatti! Comunque, malgrado i tentativi dell’onorevole, Biancone non cambia  idea. 
                   C’è anche un  altro particolare che aiuta a collocare nel tempo l’arrivo dell’auto di  Spinella in via Fani.
                  
                     FEDERICO  FORNARO. (…) Sto parlando – le chiedo se ci aiuta, perché è fondamentale per  ricostruire le tempistiche – dell'arrivo dei soccorsi. L'ambulanza non è una  macchina come un'altra.
                      EMIDIO BIANCONE.  Sì, ho capito. Non ricordo quando è arrivata o se fosse già là.
                      FEDERICO FORNARO (…).  Non è possibile che lei non ricordi l'arrivo dell'autoambulanza. Non sta  arrivando una macchina qualsiasi, sta arrivando l'autoambulanza, che prende un  ferito e lo porta via.
                      EMIDIO BIANCONE.  Sicuramente sarà arrivata questa autombulanza, ma non ricordo... 
                    CPM2,  Audizione del 6/4/2016, pag 11
                  
                                      Anche Grassi  torna sull’argomento e questa volta la risposta di Biancone è definitiva.
                  
                     GERO GRASSI: in  base ai suoi tempi, Zizzi era vivo; Zizzi fu preso dall'ambulanza e portato  dove morì.
                      EMIDIO BIANCONE.  Sì, l'autoambulanza aveva preso Zizzi. Questo lo ricordo, perché si parlava di  un altro collega in fin di vita. Non ho visto l'ambulanza. (…)  . Mi ricordo che si diceva che un collega era  rimasto ferito. (…) Me lo ricordo perché si attendeva l'esito del collega per  sapere se fosse morto o no. Adesso me lo ricordo. L'ambulanza aveva già preso  il collega e l'aveva portato via.  
                      PRESIDENTE.  Biancone non ha visto l'ambulanza. Si parlava di sapere come stava il collega  che non c'era più.
                      GERO GRASSI.  Presidente, sempre per dirci tutto, questa dichiarazione dilata ancora di più  il tempo dal punto di partenza al punto di arrivo.
                    CPM2 Audizione del 6/4/2016, pag 16
                  
                                      Al termine  dell’audizione di uno dei pochi testimoni ancora in vita si possono fissare  alcuni punti certi. 
                   Biancone non è  in grado di ricordare il momento della partenza dell’Alfasud che comunque  colloca intorno alle 9. Però ha due ricordi precisi che ribadisce con forza.
                   L’ascolto, dopo  poche centinaia di metri dalla partenza, della centrale operativa che dà le  prime notizie sull’azione di via Fani. L’arrivo in via Fani dopo che  l’autombulanza ha prelevato l’unico componente della scorta ancora vivo Francesco  Zizzi.
                   Abbiamo quindi  due riferimenti temporali oggettivi che possono dare un orario approssimativo  ma abbastanza certo. L’ascolto della centrale, colloca la partenza intorno alle  ore 9, l’arrivo in via Fani dopo la ripartenza dell’autombulanza di Zizzi indica  un arrivo dopo le 9:20 – 9:25. Orari assolutamente compatibili con i tempi di  percorrenza del tragitto.
                   A confermare la versione è anche Enrico Correale (1)  segretario di Spinella ai tempi del rapimento Moro. Ora, a meno di pensare che i due testi mentano, e non se ne capisce proprio il motivo, abbiamo   persone direttamente coinvolte nei fatti. Biancone, in particolare fornisce una versione, per quanto lo può essere dopo 38 anni, precisa è coerente.  A fronte di nessuna prova, nessun nome di testimone: solo chiacchiere.
                  Credo quindi che, guardando con un minimo di obbiettività i fatti, si possa, tranquillamente affermare che il  commissario Domenico Spinella non era dotato di nessuna “preveggenza” e partì  dalla Questura appena appreso che “qualcosa” era accaduto nella zona Trionfale
                   La dietrologia,  però, è dura a morire è così lo stesso onorevole Grassi, che davanti alle  risposte di Biancone aveva pronunciato, sconsolato:  «questa  dichiarazione dilata ancora di più il tempo dal punto di partenza al punto di  arrivo.» non tenendo affatto conto di quanto detto da Biancone, all’uscita  dalla seduta della commissione dichiara alla stampa:
                  
                     La testimonianza  che abbiamo ascoltato oggi mette un punto fermo nelle prime ricostruzioni della  dinamica di via Fani: la Digos arrivò troppo presto sul luogo dell'eccidio,  sapevano che stava per accadere qualcosa". Lo ha detto il deputato del Pd  Gero Grassi, componente della Commissione d'inchiesta sul Caso Moro, dopo  l'audizione svolta oggi di Emilio Biancone, l'allora autista del Capo della  Digos Spinella. "Biancone - spiega Grassi - ha confermato di essersi messo  alla guida dell'Alfa sud insieme a Spinella e ad un altro funzionario intorno  alle 8,45: con circa quindici minuti di anticipo rispetto ai fatti, partirono  dunque dalla sede centrale della Questura diretti 'in zona Trionfale', così gli  disse Spinella. Ansa 6/4/2016.
                  
                                    L’ennesimo, fasullo,  fantasma è pronto ad aleggiare sul “Caso Moro”.
                   
Note:
 (1) La nuova commissione di Inchiesta sul caso Moro, nella  seduta del 9/6/2016, ha ascoltato Enrico Correale agente di P.S. assegnato al  il dott. Spinella, che ha dichiarato di essere arrivato in Via Fani in  compagnia di Biancone e Spinella. Secondo la sua testimonianza «è  giunta una telefonata direttamente dalla Sala Operativa della Questura sul  “citofono” del dr. Spinella. Si trattava di una linea interna che collegava  l’ufficio del Dirigente della Digos con la Sala Operativa. Il dr. Spinella  prese direttamente la telefonata. Subito dopo lo stesso dr. Spinella mi pare  ricordare disse che vi era un sequestro di persona in atto e che bisognava  uscire immediatamente» Riguardo al momento dell’arrivo in Via Fani secondo Correlae «sul  posto erano già sicuramente presenti mezzi della Polizia, ma non sono in grado  di indicare il numero».
  Bisogna comunque notare alcune differenze tra le deposizioni di  Biancone e Correale. Biancone, per esempio, non ricorda la presenza di Correale  in auto e Correale non ricorda se l’autista dell’auto fosse Biancone od un  altro collega. Per questo particolare membri della commissione hanno ipotizzato  che Correale sia giunto in Via Fani con un auto diversa da quella di Spinella.