Le nuove norme contro criminalità e terrorismo
Il Consiglio dei Ministri approva un Decreto Legge che contiene delle nuove norme per contrastare il terrorismo. Le nuove disposizioni ampliano i poteri della polizia durante le indagini. Queste le principali novità:
• Viene ripristinato il fermo di polizia per cui chiunque, se sospetto, può essere arrestato se non è possibile procedere subito alla identificazione
• E' consentito alla polizia e ai carabinieri di interrogare subito il fermato o l'arrestato anche se manca l'avvocato difensore: questo per evitare ritardi nelle indagini.
• E' consentito disporre il controllo dei telefoni che può essere compiuto dalla polizia prima ancora d'avere l'autorizzazione del magistrato.
• Si modifica il segreto istruttorio. Sono,infatti, previste alcune deroghe al principio per cui a nessuno è consentito avere informazioni sulle indagini compiute dal magistrato, Ciò per rendere più agevole la collaborazione fra autorità giudiziaria e polizia. Pertanto la polizia potrà chiedere informazioni su un procedimento in corso di istruttoria. Anche il Ministro degli Interni può chiedere notizie, il magistrato può rifiutarsi ma giustificando il rifiuto.
• Obbligo di denunciare gli alloggi. Chiunque venda o affitti un alloggio deve comunicare alla polizia entro 48 ore le generalità dell'acquirente o dell'affittuario con gli estremi di un suo documento di riconoscimento e l'esatta ubicazione dei locali. La norma ha un valore retroattivo. Chi non avverte la polizia viene punito anche con l'arresto sino a 6 mesi.
• Relativamente alle pene. Il sequestro di persona viene punito con l’ergastolo se il rapito muore anche per una causa naturale (per esempio: infarto) che non dipenda quindi dalla volontà dei rapitori. La condanna, invece, è a 30 anni se il rapito riesce, comunque, a tornare in libertà.
• Sono infine previste riduzioni di pena per i pentiti che si adoperino efficacemente per il ritorno a caso del prigioniero. Questa è un’assoluta novità per il codice italiano e rappresenta il primo piccolo passo verso quella legislazione premiale che si svilupperà negli anni successivi con le leggi su pentiti e dissociati.
Relativamente al sequestro di persona Andreotti nel suo diario annota: "Quando io proposi di comminare l'ergastolo ai rapitori di bambini, Moro mi sconsigliò dicendo che poteva indurre i criminali ad uccidere, non correndo il rischio di una sanzione più grave. L'ho tenuto presente, non insistendo per l'ergastolo a tutti i rapitori, come aveva richiesto anche Piccoli”
Le reazioni alla nuove norme chiaramente sono ben diverse. Soddisfazione è espressa dalle forze di governo, compreso il PCI, che su l’Unità, sottolinea che nessuna norma costituzionale è stata violata.
Ben diversa la reazione della sinistra fuori dalla maggioranza che parla apertamente di svolta autoritaria e limitazione delle liberta personali. Il Manifesto il giorno dopo titola “Da mezzanotte siamo tutti meno liberi”. E Lotta continua ribadisce il concetto “ Da mezzanotte lo Stato è un po più poliziesco”.
La terza borsa di Moro.
Le forze dell’ordine già nell’occhio del ciclone per la vicenda della auto di via Licino Calvo e per il repentino rilascio di Gianfranco Moreno, collezionano un’altra brutta figura. Nel bagagliaio della 132 di Moro parcheggiata nel garage delle Questura viene rinvenuta una terza borsa appartenente all’onorevole Moro, la borsa, contenente effetti personali è stata incredibilmente “dimenticata”. Le borse di Moro
L’ informativa del Generale Giudice
Alle 19:30 come tutti i giorni si riunisce il Comitato Tecnico Operativo istituito da Cossiga la mattina del 16 marzo e composto dal Ministro dell’Interno, i Ministri di Grazia e Giustizia, Difesa e Finanze, il Capo della Polizia, il Questore di Roma, i comandanti dei Carabinieri e Guardia di Finanza, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, i direttori di Sismi, Sisde e Digos. Di volta in volta si aggiungono altri militari ed “esperti”. Molti dei membri del comitato risulteranno iscritti alla loggia Massonica P2 di Licio Gelli.
Su l’attività del comitato non esiste alcuna documentazione, a parte un brogliaccio di appunti redatto dal Sottosegretario all’interno Lettieri che comunque si interrompe, inspiegabilmente, il 3 Aprile.
Nella riunione, il Generale Raffaele Giudice, Comandante Generale della Guardia di Finanza, che risulterà iscritto alla Loggia P2 “Riferisce che fonti riservate hanno confermato la presenza dell'On.le MORO in Roma nella zona Trionfale, Balduina, ecc.. Nei prossimi giorni verrebbe trasferito in altra località per essere processato dal tribunale del popolo”
Pubblicare i messaggi delle BR?
Dopo il primo comunicato delle Brigate Rosse e la scioccante foto di Moro dalla prigione del popolo, sulla stampa ci si inizia a domandare se pubblicare quanto fanno ritrovare i brigatisti sia informazione o un’insperata cassa di risonanza per le loro deliranti idee.
Il Corriere della Sera sull’argomento intervista il poeta Eugenio Montale che è anche un collaboratore del giornale.
Tu Montale, avresti pubblicato la foto e il messaggio delle Brigate rosse?
"Forse si. Pensate di aver fatto male?" "Certo, giornali e Tv hanno portato davanti a milioni di occhi due messaggi - una foto, un comunicato ideologico - che, senza questo concorso, le Brigate rosse avrebbero potuto far circolare, ciclostilati, al più duecento copie". (…) "Per il futuro, i giornalisti dovrebbero darsi un codice. Non dimenticate che quel testo, soprattutto il testo, può aver trovato degli ammiratori: dei giovani ammiratori, anche fuori dal mondo intorno alle Brigate rosse. Pensandoci, sarebbe stato meglio non pubblicarlo. E' scritto da un ideologo, in buon italiano, sarà certamente un laureato... Il terrorismo è una cosa ancora non ben studiata nei suoi veri motivi psicologici: esisteva già al tempo degli zar l'ideologia di far fuori, uccidendo, come se fosse una cosa santa, sacrosanta...".(…) Ma si, non li pubblicherei questi messaggi delle Brigate rosse. Bisogna averne la forza. Che poi sia facile proprio non lo so. Per fortuna non dirigo alcun giornale".
E la foto l’avresti pubblicata?
“Quella si”(…) ne viene fuori un senso di pietà e di rabbia” “Una soluzione per il futuro, il minimo che si possa fare, potrebbe essere non dare per intero gli argomenti di carattere ideologico dei brigatisti. La stampa è indubbiamente un potere, anche micidiale, questo è certo. Ma riusciremo a risolvere mai questo grande caso di coscienza?