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Il caso Moro: la storia infinita

 

Il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e dei cinque uomini della scorta è senz'altro l'evento criminale più analizzato della storia della nostra Repubblica.

Nonostante, ciò, una vasta parte dell''opinione pubblica è convinta che il caso Moro nasconda ancora non si sa bene quali inconfessabili segreti.

Il ruolo della dietrologia ed i "misteri del caso Moro"

Moro



Sono passati 40 anni dal rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e dei cinque uomini della sua scorta. Cinque processi, tre commissioni di inchiesta parlamentare, di cui l’ultima appena conclusa, milioni di pagine di documentazione, oltre ad oltre un centinaio di libri, decine di inchieste televisive ed una serie innumerevole di articoli, non sono riusciti a convincere parte dell’opinione pubblica che la verità sia stata appurata, anzi è diffusa la sensazione che il “caso Moro” nasconda ancora non si sa bene quali inconfessabili segreti

Eppure, l'azione compiuta dalle Brigate Rosse nella primavera del 1978, è senz'altro l'evento criminale più analizzato della storia della nostra Repubblica. Se si confronta il rapimento Moro con altri eventi criminali, avvenuti nel nostro paese, ci si rende conto di quanto sia grande la differenza relativamente all'appuramento dei fatti e all'individuazione dei responsabili

Prendiamo, per esempio, la strage del 12 Dicembre 1969 nella filiale della BNA in Piazza Fontana a Milano. Di questa strage, che segna, un momento decisivo nella storia della nostra Repubblica, dopo 47 anni, non conosciamo ne i motivi di quel gesto, ne le modalità di esecuzione, e sopratutto non sono stati individuati i responsabili. Una strage impunita.

Eppure non si sente nessun bisogno di continuare a cercare la verità. La politica, in merito, è sempre stata distratta. Nessuna commissione di inchiesta specifica, solo la cosiddetta commissione stragi che, alla fine degli anni 90, ha indagato su tutte le stragi avvenute nel nostro paese e la quale, ancora una volta, ha dedicato quasi metà del suo tempo al caso Moro. Non solo ma ormai sono anni che nessuno si interessa più di Piazza Fontana: nessun libro, nessuna inchiesta giornalistica, l'avvenimento è stato consegnato alla storia ed è precipitato in un oblio totale. Tanto che non può sorprendere che alcuni anni fa, in un'inchiesta, tra i giovani milanesi, una buona percentuale dei ragazzi, credeva che la strage fosse opera delle Brigate Rosse!

Ben altro appeal, come detto, ha invece il caso Moro. Malgrado si sia appurato in sede penale lo svolgimento dei fatti, siano stati assicurati alla giustizia la stragrande maggioranza dei responsabili, tutti i protagonisti abbiano ricostruito, attraverso deposizioni in tribunale o racconti in altre sedi, il ruolo avuto nella vicenda, si è sentito il bisogno di creare una nuova, l'ennesima, commissione di inchiesta parlamentare e ogni anno viene dato alla stampe un nuovo libro che cerca di svelarci chissà quali segreti.

I motivi di tanto interesse nei riguardi della tragica fine di Aldo Moro sono molteplici e cercheremo di analizzarli negli articoli che seguiranno. Per il momento ci limitiamo ad affermare che, paradossalmente, proprio la gran massa di informazioni che si hanno a disposizione alimentano, anche nel caso Moro, quel fenomeno ormai noto come dietrologia.

La dietrologia tende ad ad assegnare ai fatti della vita pubblica cause diverse da quelle cosiddette ufficiali, ipotizzando spesso motivazioni segrete. Attraverso l'analisi dei fatti si tende a metter in evidenza le incongruenze delle verità accertate ed a fornire, quindi, verità alternative.

La dietrologia, che nella sua “forma sana” di incredulità popolare nei confronti della versione dei fatti narrata dal “potere”, è sempre esistita, con il passare degli anni si è trasformata in un vero e proprio genere editoriale.

Oggi abbiamo a disposizione verità “alternative” su tutti gli avvenimenti della storia. Dall'assassinio dei Kennedy all'attacco del'11 settembre alle torri gemelle di New York. Per non parlare delle decine di “presunte morti” da Paul McCartney a Elvis Presley, per arrivare alla nostra Moana Pozzi.

Molto spesso, nella foga di trovare dei “buchi” nella verità ufficiali, si tende a riportare parzialmente od in modo errato i fatti, fino, in alcuni casi, ad inventarseli di sana pianta.

Ebbene, la vicenda Moro è il trionfo della dietrologia. Nel compilare la bibliografia sul “caso Moro” ci siamo trovati davanti ad un numero sterminato di pubblicazioni in cui si sostiene tutto ed il contrario di tutto.

Purtroppo, sembra che la vicenda Moro, sia diventata un porto franco dove vige la possibilità di fare qualsiasi tipo di affermazione, anche la più inverosimile, senza il minimo riscontro con la realtà. Anzi, più la si spara grossa più si ha un risalto, acritico, sulla grande stampa.

Per il quarantennale del rapimento Moro, nella stampa e nei canali televisivi si è privilegiata la visione complottistica della vicenda danno voce quasi esclusivamente ai rappresentanti di tesi complottistiche ed aumentando nell'opinione pubblica la sensazione di sfiducia nei confronti di quanto finora appurato.

Eppure non tutta la pubblicistica è su questa linea, ci sono, per esempio, gli ottimi lavori di Vladimiro Satta, Marco Clementi, e Gianremo Armeni che, attraverso un'analisi puntuale della documentazione esistente, cercano di ristabilire la verità. Ma le loro fatiche sono molto meno pubblicizzate dai mass media in cerca di misteri ed improbabili scioccanti rivelazioni.


Anche AnniAffollati.it ha sentito il bisogno di tornare a parlare della vicenda di Aldo Moro, cercando nella sezione IL caso Moro: tra misteri e verità, attraverso una serie di articoli di mettere a disposizione degli eventuali lettori quelle informazioni che permettano di analizzare la documentazione esistente e contribuire a fare chiarezza su molti fatti.

Contestare la linea complottistica, non vuol dire, però, affermare che tutto sia stato appurato al cento per cento. Noi crediamo che si possa affermare, con ragionevole certezza che il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro siano opera esclusiva delle Brigate Rosse, ma riteniamo anche che ci siano sicuramente ancora delle zone d'ombra, sopratutto nel comportamento degli apparati dello Stato, sulle quali è doveroso indagare e cercare di fare luce. Questa spasmodica ricerca delle prove di un fantomatico complotto, secondo noi, ostacoli la ricerca della verità in quegli aspetti veramente ancora oscuri.


A proposito di complottismo non si può fare a meno di parlare della nuova commissione di inchiesta parlamentare che ha terminato i suoi lavori nel dicembre del 2017 ed ha sposato in pieno le tesi dietrologiche privilegiando nei corso dei lavori tutto ciò che alimentasse ipotetiche “verità alternative” e sminuendo invece importanti risultati ottenuti dalle nuove analisi scientifiche effettuate dalle forze dell'ordine che confermano quanto fino ad oggi accertato.

Tenendo conto dell'accettazione acritica delle conclusioni della suddetta commissione da parte di una stampa superficiale e distratta, AnniAffollati.it ha deciso di dedicare alcuni articoli in cui vengono analizzati i lavori e le conclusioni a cui è giunta la commissione.


L'approccio complottista alla vicenda Moro, con l'idea che gran parte di quello che è successo nei drammatici 55 giorni del rapimento sia ancora avvolto dal mistero ha fatto si che gran parte delle letteratura sull'argomento si sia concentrata nell'indagine su eventuali “ buchi” presenti nella cosiddetta verità processuale

Molto meno si è cercato di raccontare i fatti di quella che si può definire una grande tragedia.Il termine tragedia ci pare, infatti, quanto mai appropriato. Il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e degli uomini della scorta, come nella più classica delle rappresentazioni, è un succedersi di sangue, speranze, disperazione, decisioni sofferte e definitive, contrapposizione di ideali assolutamente inconciliabili tra loro.

Nella sezione Cronaca di un rapimento abbiamo cercato di narrare la vicenda Moro partendo dalle dichiarazioni degli stessi brigatisti, valutando di volta in volta la loro attendibilità. Una ricostruzione puntuale dalle azioni dei protagonisti, dalle loro motivazioni, dai dubbi, i ripensamenti, i drammi, le decisioni che sono state prese in quei interminabili 55 giorni.

 

 

 

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